Visita a questa particolare area Protetta del Comune di Arezzo gestita nei secoli dai frati francescani del Convento omonimo che attraverso una gestione non invasiva, applicando il criterio dell’integrazione uomo-natura, anticipavano i metodi di conservazione naturale attuali.
Il bosco è caratterizzato dalla presenza della rovere, specie di quercia di prima grandezza in passato diffusa nel centro Italia ma divenuta rara a seguito dello sfruttamento da parte dell’uomo e qui conservatasi appunto per la particolare gestione dei frati.
Questo ha fatto si che oltre la rovere qui si conservassero tutte quelle altre specie arboree che in passato formavano, prima dell’intensivo sfruttamento selvicolturale, i boschi misti naturali della zona e permettendo di conservare inoltre molte specie erbacee e funginee (oltre 150) diventando una piccola oasi anche per la variegata fauna locale e creando così di fatto un piccolo scrigno di biodiversità a due passi da Arezzo.
Durante la visita sosteremo all’ombra del “Leccio di Gnicche” pianta monumentale della Provincia di Arezzo complice involontario di una delle controverse gesta del leggendario Brigante Aretino.